No.
La montagna insegna molte cose.
In montagna conti solo tu, niente maschere, niente apparenza. Siamo tutti uguali sui sentieri, avvocati e operai, impegnati ad arrivare in cima contando solo sulle nostre forze.
Devi impegnarti per arrivare in cima. Mica esistono scorciatoie, devi camminare. Un passo dopo l'altro. Con forza e determinazione.
Non si spreca fiato in montagna, conta solo ciò che fai, non ciò che ti vanti di aver fatto.
In montagna si ritorna persone, esseri umani che si riconoscono e si salutano come tali, non automi che corrono in città assediati dai mille impegni quotidiani.
In montagna la mente è libera, non porta pesi inutili. Quelli che ci paiono problemi insormontabili nella quotidianità, si ridimensionano di fronte alla semplicità e alla fatica del camminare per raggiungere una meta.
Le mete in montagna non sono solo le cime, ma si trovano anche dentro di noi. Andare in montagna è trovare il tempo di ascoltarsi e osservarsi.
Andare in montagna è assaporare la lentezza, immersi in un panorama che appaga il cuore e riempie l'anima di bellezza.
Andare in montagna - in gruppo - è aiutarsi e sostenersi. Aspettarsi, se necessario. È condivisione. Di fatica, di silenzi, ma anche di risate e di canti.
Andare in montagna è ritrovare il contatto con la natura. Di cui facciamo parte, anche se spesso ce ne dimentichiamo.
È ridimensionare il proprio egocentrismo e rendersi conto che, alla fin fine, facciamo parte di un Tutto.
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